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Nuovi dati sulla lepidotterofauna del Matese.

  • Immagine del redattore: Pasquale Buonpane
    Pasquale Buonpane
  • 13 ott 2023
  • Tempo di lettura: 1 min

 

Diachrysia stenochrysis (Warren, 1913).

Il Volturno rappresenta una sorta di confine naturale del versante meridionale del Matese. Il fiume separa ad Ovest il massiccio montuoso da quello delle Mainarde e dopo aver costeggiato con il suo andamento tortuoso gran parte delle pendici meridionali, insieme al suo affluente Calore ad Est separa lo stesso dal gruppo del Taburno-Camposauro. Questa ampia area bagnata dal fiume risulta ancora in gran parte inesplorata sul piano della fauna lepidotterologica se si esclude l'oasi "Le Mortine" (area SIC/ZPS) oggetto qualche anno fa di accurate indagini nell'ambito di un lavoro più ampio relativo ai lepidotteri del Matese (Parisi e Sciarretta, 2014). Le rive del Volturno, inserite per tutto il corso del fiume nel SIC IT8010020 "Volturno Calore Beneventano", sebbene in gran parte modificate dalle attività antropiche, conservano ancora un alto indice di biodiversità. A testimoniarlo il ritrovamento negli ultimi anni, durante le mie ricerche, di numerose specie sia animali che vegetali di elevato pregio naturalistico e conservazionistico ed è assai probabile che molte altre siano ancora in attesa di venire individuate. In quest'area nel corso della scorsa estate (2023) ho avuto modo di osservare ben tre specie di falene mai censite in precedenza nel comprensorio matesino. Si tratta di tre rappresentanti della grande famiglia dei nottuidi (Noctuidae): Diachrysia stenochrysis (Warren, 1913), Phyllophila obliterata (Rambur, 1833) e Thysanoplusia orichalcea (Fabricius, 1775).


Phyllophila obliterata (Rambur, 1833).

Thysanoplusia orichalcea (Fabricius, 1775).

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