top of page
Immagine del redattorePasquale Buonpane

Lepidotteri del Matese: Nymphalis antiopa (Linnaeus, 1758).


 


Delle circa 120 specie di farfalle diurne segnalate per il Matese l'antiopa (Nymphalis antiopa Linnaeus, 1758) è una delle poche che dopo più di 6 anni di ricerche, non è stato ancora possibile censire ed aggiungere alle gallerie fotografiche. Si tratta di una farfalla di grandi dimensioni, con apertura alare che può agevolmente superare i 7 cm, che per il suo caratteristico aspetto non può essere confusa con nessun'altra specie del nostro paese. L'antiopa vola di preferenza in ambienti freschi e parzialmente ombreggiati, sia di pianura che di montagna come radure, margini dei boschi e rive dei corsi d'acqua, specie in presenza di pioppi e salici le cui foglie fungono da nutrimento per i bruchi. E' specie univoltina, presenta cioè una sola generazione annua: gli adulti sfarfallano tra giugno e luglio ma vivono a lungo, arrivando a superare la stagione fredda, per cui è possibile osservarli fino alla primavera e nelle giornate miti talvolta anche in inverno. In Italia è presente in tutte le regioni ad eccezione delle isole e sebbene in alcune zone sia ancora piuttosto facile osservarla in molte altre negli ultimi anni è divenuta rara o è addirittura scomparsa. Le cause del declino non sono ancora sufficientemente note. Un tempo sul Matese doveva essere molto diffusa. Oronzio Gabriele Costa, naturalista dell''800, nella sua monumentale opera "Fauna del Regno di Napoli" scrive: " Vive generalmente ne' boschi. Tra noi sul Matese è frequente, altrove più raro". I dati relativi al massiccio montuoso sono scarsi: la specie è stata censita nel 1998 nei dintorni di Guardiaregia, lungo il torrente San Nicola (Parenzan-Sciarretta, 2001), risulta inoltre segnalata per Piedimonte Matese e Telese (Volpe e Palmieri, 2001).


[Ph.: wikimedia.org]


Nella prima metà degli anni '80, quando incominciavo ad interessarmi ai lepidotteri delle nostre montagne ho avuto modo di osservare più volte questa bellissima farfalla sia a Piedimonte Matese che nei pressi del lago Matese, anche se già allora era tutt'altro che frequente. Negli ultimi decenni la specie sembra essere scomparsa. Considerando la scarsità dei dati disponibili, qualsiasi segnalazione sarebbe estremamente importante per cercare di comprendere quale sia ai giorni nostri lo stato delle popolazioni matesine e la loro reale diffusione. Chiunque dovesse avere la fortuna di incontrare questa magnifica specie è invitato ad inviare la propria segnalazione all'indirizzo e-mail mateseenatura@gmail.com.

137 visualizzazioni0 commenti

Comments


bottom of page