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Immagine del redattorePasquale Buonpane

Coleotteri del Matese: Agapanthia kirbyi (Gyllenhal, 1817).


 


Tra i coleotteri del Matese di maggiore interesse vi è certamente Agapanthia kirbyi, specie che testimonia ancora una volta l'estrema importanza del massiccio montuoso sul piano biogeografico. Questo rappresentante della grande famiglia Cerambycidae è specie politipica, diffusa con tre sottospecie in un ampio areale che va dalla penisola iberica ai paesi dell'Europa centrale e meridionale, alla penisola balcanica fino all'Asia minore e al Caucaso. All'interno dell'areale la sua presenza appare spesso sporadica e localizzata, sempre legata alla presenza di piante del genere Verbascum di cui si nutrono le larve. Tuttavia in alcuni paesi può risultare relativamente comune, specie nel settore orientale dell'areale come in Grecia e in Turchia. In Italia, dove si rinviene la subspecie nominale (A. kirbyi kirbyi) è invece estremamente rara: prima che venisse rinvenuta sul Matese, la sua presenza nel nostro paese era documentata da sole 5 segnalazioni piuttosto datate e in particolare per il Lazio (Bracciano e Riano, risalenti al 1920), la Campania (Piano Laceno, nel gruppo dei Picentini, del 1960) più una segnalazione dubbia per la Calabria (1920).



Sul Matese il primo esemplare fu rinvenuto per puro caso nel 2019 grazie ad un escursionista, Roberto Fratta, che scattò alcune foto che successivamente pubblicò in un gruppo di entomologia per chiederne l'identificazione, suscitando così l'interesse degli addetti ai lavori e in particolare dell'entomologo matesino Francesco Parisi. Fu così che si intensificarono le ricerche, alle quali io stesso partecipai e tra il 2019 e il 2021 vennero raccolti dati relativi a ben 11 esemplari, dati poi confluiti in una pubblicazione scientifica (Rapuzzi & Parisi, 2022).



A giudicare dagli esemplari ad oggi rinvenuti, sul Matese Agapanthia kirbyi sembra essere diffusa su un areale piuttosto ampio che comprende sia il versante occidentale che quello orientale del massiccio. Negli ultimi anni ho avuto occasione di osservare questa bellissima specie in quattro differenti località relativamente distanti tra loro.




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