La Leonessa
Un luogo che trasuda storia
Qualche chilometro ad est del comune di Cerreto Sannita si trova la Morgia Sant'Angelo, un imponente monolito calcareo alto 35 m conosciuto come "leonessa" per la notevole somiglianza con questo animale. Alla base del monolito si trova una interessante grotta sede di insediamenti umani fin dalla preistoria adibita in tempi più recenti (non diversamente da quanto accaduto per molte altre grotte dell'area matesina) a cappella dedicata al culto di San Michele Arcangelo. Più che un'escursione si tratta di una agevole passeggiata che consigliamo per la bellezza del paesaggio: la zona è disseminata di rocce dalle forme curiose frutto dell'erosione come la cosiddetta "pietra fellara" poco distante dalla leonessa. Il luogo è interessante anche dal punto di vista naturalistico per la presenza di numerose specie di rapaci e per i tanti affioramenti d'acqua.
L'elemento acqua
Quasi al centro del campo si incontra un piccolo fontanile seguito, poco più a nord, dalle sorgenti di Capo D'Acqua. Qui l'acqua fuoriesce fragorosamente dal terreno e dalle rocce originando un torrente denominato Rivo Torto che, con continui cambi di direzione, attraversa buona parte del campo dando vita nella porzione più meridionale ad un ampio specchio d'acqua. Nel corso dell'anno, in base alla portata delle sorgenti, le dimensioni dello specchio variano notevolmente: raggiungono il massimo in primavera con lo scioglimento della neve mentre in piena estate lo stagno può asciugarsi quasi del tutto. In una piccola radura nella faggeta sulle propaggini settentrionali del campo è posta un'ulteriore sorgente nota come "Acqua dei Palombi". Tutta questa abbondanza d'acqua oltre a dissetare gli animali da pascolo ha una notevole importanza per la biodiversità. Sulle sponde o nell'area allagata si incontrano diverse specie vegetali tipiche delle aree umide come Ranunculus trichophyllus, R. repens e Veronica beccabunga. In primavera lo stagno funge da sito di riproduzione per diverse specie di anfibi, tra questi il rospo comune (Bufo bufo), la rana appenninica (Rana italica) e la raganella (Hyla intermedia) e per numerose specie di libellule (Libellula depressa, Sympetrum striolatum, Enallagma cyathigerum, Ischnura pumilio); rappresenta inoltre un'importante area di sosta per uccelli acquatici come il piro piro boschereccio (Tringa glareola) e l'alzavola (Anas crecca). L'area è frequentata da diverse specie di rapaci: comunissime le poiane (Buteo buteo) ma con un po' di fortuna è possibile osservare anche il biancone (Circaetus gallicus) e l'aquila reale (Aquila chrysaetos). Subito dopo il disgelo nelle fitte faggete sul fianco orientale del campo si può osservare la fioritura di Eranthis hyemalis, specie poco comune sul Matese mentre su quello orientale, più brullo ed esposto, si trova un'ampia distesa di asfodelo montano (Asphodelus macrocarpus). Sulle rive del torrente è presente una stazione di Jacobaea samnitum, scoperta solo nel 2021 e ad oggi l'unica conosciuta in Campania. Nella bella stagione nei prati di Campo Figliolo volano numerose specie di lepidotteri, tra questi degni di nota Parnassius mnemosyne e Euphydryas provincialis, due specie elencate negli allegati della Direttiva Habitat.
Punto di inizio dell'escursione.
Parnassius mnemosyne ed Euphydryas provincialis: due specie inserite negli allegati della Direttiva Habitat fotografate a Campo Figliolo.
Lo stagno funge da sito di riproduzione per diverse specie di libellule:
Alcune delle specie più rappresentative della flora di Campo Figliolo
L'Acqua dei Palombi (L'Acqua d ri Palumm)
Questa nota sorgente è stata nei secoli un punto di incontro tra i tre paesi di Gallo, Letino e Roccamandolfi: l'utilizzo dell'acqua per abbeverare greggi ed armenti è stato sempre libero indipendentemente dal paese di origine. La fontana attuale si trova su territorio di Gallo Matese e fu realizzata nel 1914 da Angelo Palumbo detto Mentfinia, nato nel 1871. E' composta da 9 vasche scolpite in enormi blocchi di pietra. Di queste 8 hanno forma rettangolare mentre una, la più grande, posta al centro della serie, ha forma quadrata. Si tratta di un piccolo capolavoro di idraulica: l'acqua passa da una vasca all'altra senza mai tracimare, divenendo più calda man mano che avanza. Il nome della sorgente è antecedente alla costruzione della fontana e deriva probabilmente dal cognome della famiglia Palumbo che aveva possedimenti a Campo Figliolo.
I sentieri
7D
dal lago di Gallo Matese (8,7 km)
E' il celebre percorso conosciuto come "Sentiero delle Fate" sebbene si tratti di un toponimo introdotto in tempi recenti. Dalla fontana del Colle (844 m), sulla sponda settentrionale del lago di Gallo Matese si procede verso la località "Peschéta", un'area boscosa inframezzata da enormi macigni (da peschio = roccia, masso) frutto di una frana avvenuta nella notte di capodanno del 1899. Il percorso procede nel bosco senza grossi dislivelli tra suggestivi muretti a secco ricoperti di muschio. All'uscita dal bosco inizia la vera salita, qui il sentiero è caratterizzato da frequenti tornanti e cambi di direzione (Votarélle) la fatica è però ripagata dalla magnifica vista, che diventa sempre più suggestiva man mano che si sale, del lago di Gallo, bacino artificiale realizzato tra il 1961 e il 1966. Si giunge quindi al punto con maggiore elevazione, il valico delle Zeppetèlle (roccette, 1219 m) dal quale dopo un breve tratto in discesa si raggiunge Campo Figliolo. Attraversato il campo per tutta la sua lunghezza, dopo un breve tratto in salita nella faggeta si raggiunge la sorgente Acqua dei Palombi.